Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

mercoledì 17 novembre 2010

18-19 dicembre: Laboratorio introduttivo alla figura del Clown Sociale


Assistiamo da diversi anni ad un forte ritorno della figura del clown nell’immaginario collettivo.
Se da una parte questa sua diffusione nei contesti più differenti reca con sé aspetti indiscutibilmente positivi, come, ad esempio,la rinnovata valorizzazione delle emozioni e delle relazioni nel complesso mondo della cura; dall’altra richiama l’attenzione sull’importanza di una formazione adeguata, di un’indispensabile preparazione e di una ricerca continua che il clown fa su di sé in termini di ascolto e consapevolezza.

Questo laboratorio vorrebbe rappresentare una seria introduzione alla stupidità del clown, alla sua ingenuità e alla sua semplicità, proponendo un lavoro che è anzitutto un’occasione di incontro col proprio mondo interiore,prima di intervenire come soggetti attivi nelle relazioni con gli altri. L’ingenuità del clown ci stupisce e lo stupore rinnova costantemente la disponibilità all’ascolto.
Il naso rosso diventa un strumento di scambio ed una grande possibilità di apertura nei rapporti sociali.

L’obiettivo è quello di condurre i partecipanti alla scoperta delle potenzialità relazionali e comunicative del clown nell’ambito della propria vita quotidiana ancor di più quando interviene in situazioni di disagio socio-sanitario.
Il clown, infatti, per la forza espressiva ed umana che porta con sé e per la leggerezza che lo contraddistingue, è un grandissimo comunicatore e può rivelarsi un ottimo tramite nelle relazioni di aiuto: la sua grande disponibilità all’ascolto spinge le persone ad aprirsi, il suo invito alla leggerezza le predispone a vivere con serenità momenti di gioco e sospensione.

Destinatari: Il corso si rivolge ad educatori, animatori, psicologi, operatori in ambito socio-pedagogico e socio-sanitario, formatori, arte-terapeuti ed a tutti i curiosi coloro che vorrebbero approcciarsi al mondo del Clown e alle sue potenzialità in termini relazionali e comunicativi.
Questo percorso può rappresentare un significativo arricchimento metodologico, ampliando la gamma di strumenti da utilizzare nella pratica lavorativa quotidiana.

Temi trattati:
Ridere dentro per ridere fuori: risveglia il clown interiore !!!
Esercizi di mimica e mimesi
Tecniche di Bioenergetica
Come diffondere un sorriso per vivere in positivo le situazioni di disagio
La risata contagiosa: effetti fisiologici e psicologici del ridere
Esercizi di gruppo di Danzaterapia per una interazione non verbale con gli altri
Consapevolezza delle emozioni: meditazione e volontariato e far ridere il proprio corpo
La Musicoterapia per un approccio dolce con i bambini e i diversamente abili
Giochi di ruolo e di fiducia
L'uso di tecniche di improvvisazione teatrale e drammatizzazione per una consapevolezza emozionale
Portare un sorriso nelle situazioni critiche: accogliere la sofferenza e trasformarla in solidarietà e amore
Le emozioni positive e il loro effetto sull'organismo
Interagire con il linguaggio non verbale in situazioni disagiate
Meditazioni dinamiche, sociali e body-work
L'allegria e l'approccio positivo alla vita come metodo di interazione sociale

Quando: Sabato 18 e Domenica 19 dicembre ’10 ore 9.30 – 18.30
Dove: Sala Prometeo - corso Italia 103/109 (accanto al Banco di Sicilia) – Ragusa
Vestiti comodi con calzettoni e materassino
Conducono LEONARDO RIDI e CHIARA CARDONA di STREET CHILDREN ONLUS
Prenotazioni: 3294219904 - 3393013602
Info: ciridiamosu@gmail.com - www.ciridiamosu.blogspot.com

Partecipazione: con tessera associativa € 20

giovedì 4 novembre 2010

Il grido della natura

Nell’ambito delle certificazioni e dei sistemi di gestione, si nota una maggiore sensibilità per quanto concerne la sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori, rispetto alla ricerca e l’attuazione di sistemi atti a ridurre l’impatto antropico sull’ambiente. In parole povere hanno maggiore spazio sistemi volti ad assicurare una maggiore sicurezza ai lavoratori rispetto a quelli volti ad assicurare maggiore rispetto verso l’ambiente. Nulla di sbagliato nel devolvere energia, anche economica, per migliorare le condizioni di lavoro, dal punto di vista della sicurezza e della qualità di vita. In effetti, a richiedere tale attenzione è l’uomo, lamentandosi, contestando, aggregandosi in organizzazioni (sindacati) volti a manifestare un disagio e a proporre nuove soluzioni per una migliore qualità del lavoro. Quindi, voci, grida, segnali ben chiari e comprensibili per chi sta dall’altra parte, il mondo degli imprenditori, dei grandi gruppi quotati in borsa composti anch’essi da persone che possono recepire il messaggio e rispondere di conseguenza. 
Un messaggio che da parte dell’ambiente arriva non direttamente, non tramite manifestazioni di piazza, ne con lettere o raccomandate di lamentela, non con minacce di sciopero o altro. L’ambiente si manifesta tramite catastrofi naturali, la scomparsa delle mezze stagioni, terremoti, alluvioni, tornadi e uragani in zone mai colpite prima da eventi di tal entità.


L’uomo, purtroppo, agisce, nella maggior parte dei casi, per interesse (strettamente economico) oppure se posto sotto pressione e obbligato a intervenire e a fornire delle risposte. Questo funziona nella relazione uomo-uomo, ma nel caso di uomo-ambiente manca la voce di una delle parti, o meglio, manca il traduttore… l’Ambiente, la Natura parlano, comunicano, si esprimono ed esprimono il loro disagio… il problema sta nell’ignoranza dell’uomo, nel non conoscere la lingua dalla natura. Ignoranza, perchè dovrebbe essere una conoscenza acquisita, che l’uomo dovrebbe avere, o meglio dovrebbe ricordare dall’antichità, dall’età preistorica, era nella quale l’uomo parlava ancora con la natura.