Il mistero del calzino spaiato

C’è una questione grave che non riesco mai a risolvere, è il mistero del calzino scomparso.
Per quanto mi impegni, e giuro lo faccio veramente, spesso e volentieri mi ritrovo con i calzini spaiati.
Non ho ancora scoperto come questo succeda, se scompaia in lavatrice, si nasconde nel cassetto oppure se lo mangia la tartaruga. Il fatto è che il conto non torna mai.
Il calzino fuggitivo a volte ritorna, quando ormai avevo perso le speranze e subito ne sparisce un altro. Forse giocano tutti quanti a nascondino e ovviamente a qualcuno tocca cuccare. E’ un problema diffuso, ed è uno dei misteri più misteriosamente misteriosi che inquietano il genere umano.
Ceste di calzini spaiati che, dico io, dicono tutti, pure se fossero andati a finire sotto il letto, dietro i mobili, in un altro bucato, dentro a una scarpa, prima o poi uscirebbero fuori e si riappaierebbero, e invece no: il secondo calzino scompare inghiottito da qualche entità astrale, scompare nel buco dell’ozono....e tentare di interrogare i miei animali domestici ?…magari ne sanno più di quanto possa immaginare.
Qualcuno dice che, lavati in bucati diversi, magari si tingono e uno non li riconosce più come coppia: niente di più falso. I calzini spaiati hanno fogge completamente diversi, e non credo che il bucato cambi loro anche la trama del tessuto, il modello e il disegno.
L’unica soluzione che ho trovato sarebbe quella di comprare tutti i calzini uguali, ma tutti tutti. Così non sarebbero più spaiati, solo ogni tanto qualcuno rimarrebbe da solo, per un po’ di tempo, ma almeno la mattina non impazzirei a vestirmi...

...ma il mistero non sarebbe comunque risolto.

sabato 25 dicembre 2010

Regalo di Natale




e se cambiassimo prospettiva?
Non siamo soli.
Se mostrassimo maggiormente i nostri limiti, le debolezze, scopriremmo un mondo fatto d’Amore non solo di sfide…
Lo so, è un rischio, ma senza rischi la Vita che sapore ha?
Oggi facciamo il gioco degli “specchi”
…Guardiamo negli occhi altrui il nostro mondo…
Giochi con me? Cosa vedi?


(da un Mondo a parte)

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale !

Sognando ad occhi aperti vedo il mondo che vorrei rinchiuso in un sorriso di chi non sorride mai.

26 Dicembre ore 20.30 Teatro Garibaldi di Modica: "Thank you mr Down" della "Compagnia Bagnati di Luna


L'associazione culturale Neonteatro e L' Associazione Italiana Persone Down, sezione di Catania, il 23 dicembre presenteranno al Teatro comunale “Garibaldi” di Piazza Armerina, lo spettacolo "Thank you mr Down" della "Compagnia Bagnati di Luna"; rappresentazione teatrale della compagnia formata da persone down per la regia di Monica Felloni e la direzione artistica di Piero Ristagno.
L'evento celebra i 10 anni di vita della sopracitata compagnia e la lunga esperienza acquisita e riconosciuta nell'ambito del Teatro delle diversità.
In particolare nell’opera “Thank you Mr. Down” la diversità viene considerata come qualità che differenzia una persona da un’altra e non come discriminante; diversità come risorsa della persona cosi com’è. Il Teatro è il luogo naturale in cui le diversità possono incontrarsi, interagire e riconoscersi come valore. La persona down è portatrice di un valore umano, che nel Teatro diventa valore artistico e risorsa sociale. Mettere al centro di questo percorso di ricerca, scoperta e sperimentazione, la persona con sindrome di down, significa esaltare l’essenza stessa del teatro, cioè l’essere umano, che in ogni sua forma e condizione può sperimentare sulla scena la massima espressione di se.
“Bagnati di luna”, compagnia teatrale nata nel 2000 sulla base di un progetto di laboratorio permanente ed organizzato dalla sezione di Catania dell’Associazione Italiana Persone Down, in collaborazione con gli artisti dell’Associazione Culturale Neon di Catania.
Nella penombra del palcoscenico, sapientemente ricreata, i protagonisti indiscussi sono loro, i giovani down, attori perfettamente immersi nell’immagine, diventano immagine stessa con il loro linguaggio semplice ma straordinariamente espressivo, con gesti e movenze accattivanti nella libertà dello spazio creativo loro concesso.


Lo spettacolo, programmato alle 20,30 (ingresso libero)
il 23 dicembre a Piazza Armerina
il 26 a Modica presso il Teatro Garibaldi,
il 28 ad Adrano presso il Teatro Bellini.

mercoledì 17 novembre 2010

18-19 dicembre: Laboratorio introduttivo alla figura del Clown Sociale


Assistiamo da diversi anni ad un forte ritorno della figura del clown nell’immaginario collettivo.
Se da una parte questa sua diffusione nei contesti più differenti reca con sé aspetti indiscutibilmente positivi, come, ad esempio,la rinnovata valorizzazione delle emozioni e delle relazioni nel complesso mondo della cura; dall’altra richiama l’attenzione sull’importanza di una formazione adeguata, di un’indispensabile preparazione e di una ricerca continua che il clown fa su di sé in termini di ascolto e consapevolezza.

Questo laboratorio vorrebbe rappresentare una seria introduzione alla stupidità del clown, alla sua ingenuità e alla sua semplicità, proponendo un lavoro che è anzitutto un’occasione di incontro col proprio mondo interiore,prima di intervenire come soggetti attivi nelle relazioni con gli altri. L’ingenuità del clown ci stupisce e lo stupore rinnova costantemente la disponibilità all’ascolto.
Il naso rosso diventa un strumento di scambio ed una grande possibilità di apertura nei rapporti sociali.

L’obiettivo è quello di condurre i partecipanti alla scoperta delle potenzialità relazionali e comunicative del clown nell’ambito della propria vita quotidiana ancor di più quando interviene in situazioni di disagio socio-sanitario.
Il clown, infatti, per la forza espressiva ed umana che porta con sé e per la leggerezza che lo contraddistingue, è un grandissimo comunicatore e può rivelarsi un ottimo tramite nelle relazioni di aiuto: la sua grande disponibilità all’ascolto spinge le persone ad aprirsi, il suo invito alla leggerezza le predispone a vivere con serenità momenti di gioco e sospensione.

Destinatari: Il corso si rivolge ad educatori, animatori, psicologi, operatori in ambito socio-pedagogico e socio-sanitario, formatori, arte-terapeuti ed a tutti i curiosi coloro che vorrebbero approcciarsi al mondo del Clown e alle sue potenzialità in termini relazionali e comunicativi.
Questo percorso può rappresentare un significativo arricchimento metodologico, ampliando la gamma di strumenti da utilizzare nella pratica lavorativa quotidiana.

Temi trattati:
Ridere dentro per ridere fuori: risveglia il clown interiore !!!
Esercizi di mimica e mimesi
Tecniche di Bioenergetica
Come diffondere un sorriso per vivere in positivo le situazioni di disagio
La risata contagiosa: effetti fisiologici e psicologici del ridere
Esercizi di gruppo di Danzaterapia per una interazione non verbale con gli altri
Consapevolezza delle emozioni: meditazione e volontariato e far ridere il proprio corpo
La Musicoterapia per un approccio dolce con i bambini e i diversamente abili
Giochi di ruolo e di fiducia
L'uso di tecniche di improvvisazione teatrale e drammatizzazione per una consapevolezza emozionale
Portare un sorriso nelle situazioni critiche: accogliere la sofferenza e trasformarla in solidarietà e amore
Le emozioni positive e il loro effetto sull'organismo
Interagire con il linguaggio non verbale in situazioni disagiate
Meditazioni dinamiche, sociali e body-work
L'allegria e l'approccio positivo alla vita come metodo di interazione sociale

Quando: Sabato 18 e Domenica 19 dicembre ’10 ore 9.30 – 18.30
Dove: Sala Prometeo - corso Italia 103/109 (accanto al Banco di Sicilia) – Ragusa
Vestiti comodi con calzettoni e materassino
Conducono LEONARDO RIDI e CHIARA CARDONA di STREET CHILDREN ONLUS
Prenotazioni: 3294219904 - 3393013602
Info: ciridiamosu@gmail.com - www.ciridiamosu.blogspot.com

Partecipazione: con tessera associativa € 20

giovedì 4 novembre 2010

Il grido della natura

Nell’ambito delle certificazioni e dei sistemi di gestione, si nota una maggiore sensibilità per quanto concerne la sicurezza sul lavoro e la salute dei lavoratori, rispetto alla ricerca e l’attuazione di sistemi atti a ridurre l’impatto antropico sull’ambiente. In parole povere hanno maggiore spazio sistemi volti ad assicurare una maggiore sicurezza ai lavoratori rispetto a quelli volti ad assicurare maggiore rispetto verso l’ambiente. Nulla di sbagliato nel devolvere energia, anche economica, per migliorare le condizioni di lavoro, dal punto di vista della sicurezza e della qualità di vita. In effetti, a richiedere tale attenzione è l’uomo, lamentandosi, contestando, aggregandosi in organizzazioni (sindacati) volti a manifestare un disagio e a proporre nuove soluzioni per una migliore qualità del lavoro. Quindi, voci, grida, segnali ben chiari e comprensibili per chi sta dall’altra parte, il mondo degli imprenditori, dei grandi gruppi quotati in borsa composti anch’essi da persone che possono recepire il messaggio e rispondere di conseguenza. 
Un messaggio che da parte dell’ambiente arriva non direttamente, non tramite manifestazioni di piazza, ne con lettere o raccomandate di lamentela, non con minacce di sciopero o altro. L’ambiente si manifesta tramite catastrofi naturali, la scomparsa delle mezze stagioni, terremoti, alluvioni, tornadi e uragani in zone mai colpite prima da eventi di tal entità.


L’uomo, purtroppo, agisce, nella maggior parte dei casi, per interesse (strettamente economico) oppure se posto sotto pressione e obbligato a intervenire e a fornire delle risposte. Questo funziona nella relazione uomo-uomo, ma nel caso di uomo-ambiente manca la voce di una delle parti, o meglio, manca il traduttore… l’Ambiente, la Natura parlano, comunicano, si esprimono ed esprimono il loro disagio… il problema sta nell’ignoranza dell’uomo, nel non conoscere la lingua dalla natura. Ignoranza, perchè dovrebbe essere una conoscenza acquisita, che l’uomo dovrebbe avere, o meglio dovrebbe ricordare dall’antichità, dall’età preistorica, era nella quale l’uomo parlava ancora con la natura.

mercoledì 20 ottobre 2010

I desideri dei bambini












Ricevono giocattoli sempre più costosi, ma a farli davvero felici sono cose che non si possono comprare
Noi pensiamo sempre a regalare giocattoli, abiti, libri, automobiline e videogiochi. Loro desiderano tutto ciò che non si può comprare: il nostro tempo, la serenità della famiglia, l’affetto delle persone che sono accanto, la possibilità di fare nuove scoperte o di provare nuove emozioni.. 

Dalla ricerca condotta, a livello nazionale, sono stati intervistati 1.100 bambini tra i 3 e gli 11 anni , è emerso che spesso il giocattolo, dalle dimensioni sempre più gigantesche e status symbol della famiglia, è uno strumento utilizzato in modo inconscio dai genitori per abbattere il proprio sensi di colpa per la non presenza, una sorta di compensazione. E’ così che viene percepito dai figli, che vedono nel giocatolo il segno tangibile di una presenza tanto desiderata.

A fronte di peluche ciondolanti dagli scaffali, sofisticate macchinine radiocomandate, videogames accantonati in ogni angolo, i bambini intervistati dichiarano di essere veramente felici quando corrono, stanno in compagnia dei nonni e dei cugini o passeggiano nel bosco “a cercare il lupo” in un fantastico gioco con i genitori. “L’indagine rivela che le “cose” più ambite nella fascia d'età tra i quattro e i cinque anni sono palloncini, caramelle, cioccolatini, pacchetti di figurine, biciclette e tricicli, pattini, matite colorate. Ma nella scatola dei sogni, i veri doni, quelli che riempiono le pagine dei diari segreti, dei temi in classe, dei racconti sussurrati alle orecchie degli amici del cuore sono: “quando vado a sciare”, “quando ho dormito due o tre volte dalla mia nonna”, “quando siamo andati a teatro”, “quando ho visto l'albero di Natale”, “quando dormo con il delfino di stoffa”. L' oggetto del desiderio è sempre più magico, raro e soprattutto il costo è accessibile a tutti.

Non costa quindi proprio nulla regalare ai nostri figli quello che desiderano di più: tempo da trascorrere insieme. Perché – riflettiamoci – essere insieme in casa, nello stesso momento, non significa davvero stare insieme. La condivisione di emozioni con i nostri piccoli passa attraverso uno scambio di parole, di sentimenti e di esperienze. Passa attraverso la vicinanza emotiva. Allora, la sera, proviamo a spegnere la televisione e sfogliamo un libro illustrato con i nostri figli, soffermandoci su immagini e descrizioni. Leggiamo loro una favola, tenendoli in braccio, con la luce un po’ soffusa. Guardiamo la pioggia che cade dalla finestra, anche senza parlare. Nel fine settimana, passiamo del tempo con loro. Adesso che il clima è mite, scopriamo insieme ai nostri figli, il rumore delle foglie mosse dal vento in un bosco, lo scroscio di un ruscello, sentiamo la consistenza della corteccia degli alberi. E chissà che non siano questi momenti, semplici e preziosi, a costituire il regalo più ambito, così raro e magico, per i nostri bambini.


Matteo De Matteis

venerdì 8 ottobre 2010

LABORATORIO: CLOWN IN MOVIMENTO - SABATO 9 OTTOBRE


In occasione di Ibla Buskers, che ci vedrà presenti dall’8 al 10 ottobre, CI RIDIAMO SU’ presenta, Sabato 9 ottobre, il LABORATORIO: CLOWN IN MOVIMENTO.
Una prima anticipazione di un autunno di proposte esperienziali per chi vuole conoscere e avvicinarsi alla ClownTerapy

Questo incontro inizia con un’analisi del proprio corpo e del movimento, per trovare una comicità fisica e per amplificare le proprie facoltà comunicative.
Il corpo infatti è il mezzo di espressione primario ed universale per il clown: lo studio e la ricerca dei movimenti è per lui fondamentale.
Il movimento aiuta le capacità mentali e spirituali, in specie se svolto con il sorriso.
Gli esercizi proposti mirano a sviluppare una maggiore elasticità espressiva del corpo, ottimizzano il coordinamento ricercando una migliore concentrazione individuale, l’autostima e l’armonia oltre che la spontaneità e la creatività.
Le improvvisazioni aiuteranno poi a comprendere ed a saper dirigere le emozioni, comunicandole/proiettandole dal proprio corpo al pubblico.
Protagonista essenziale è la gestione del respiro ed una attenzione particolare verrà data ai vari metodi di rilassamento ed auto-massaggio per ampliare la capacità di ascoltare i messaggi del corpo.

Conduce SILVIA PASQUETTI (SOTTOSOPRA)
Master physical Theatre ( London);
Clown Dottore (Federazione Internazionale Ridere per Vivere);
Operatore di arti circensi (Univ. Tor Vergata, Roma).

Ricordiamo che l’incontro è aperto a tutti – max 30 persone
Si consiglia abbigliamento comodo e un tappetino
COSTO € 2O
SABATO 9 OTTOBRE ’10
ore 10.30 -13.30 e 15.30 – 18.30
c/o STUDIO CLUB 42 via Duca d’Aosta 5/7 – Ragusa
PRENOTAZIONI al 329 4219904 - 3351362853
Info: www.ciridiamosu.blogspot.com - ciridiamosu@gmail.com
Anche su Faccialibro

Si ringraziano la Federazione Internazionale Ridere per Vivere, l’Associazione Prometeo Onlus e l’associazione S.Lucia

venerdì 24 settembre 2010

giovedì 23 settembre 2010

La vita è un pellegrinaggio...

...e se non consegui l’amore, resta solo un girovagare senza meta; giri in tondo: un viaggio senza meta sarà inevitabilmente nevrotico, senza una rotta. E se ti muovi a caso, o nella direzione sbagliata, o in tutte le direzioni contemporaneamente, la vita inizierà a collassare.
Ecco cos’è la nevrosi: il collasso dell’energia dovuto al non saper dove andare, cosa fare, cosa essere. E tutto questo genera una paura costante.
Ecco perché la gente vive trepidando: forse nasconde il suo tremito, lo maschera, ma la vita delle persone comuni si fonda sulla paura. Ed è per questo che la gente ha paura dell’intimità: teme che l’altro possa vedere il suo buco nero, se si avvicinasse troppo.
Intimità viene da una radice latina, intimum, che significa “interiorità”, è la tua essenza più intima: se non hai nulla dentro di te, non potrai essere in intimità con nessuno. E non potrai permettere a nessuno di avvicinarsi troppo: vedrebbe quel buco, la ferita da cui spurga il pus. Quella persona vedrebbe che non sai chi sei, non sai dove stai andando, non hai neppure udito il tuo canto, la tua vita è nel caos, non è affatto un cosmo; da qui la paura dell’intimità.
Perfino gli amanti diventano intimi molto raramente: il semplice avere una relazione sessuale con qualcuno non è intimità.
Intimità è permettere all’altro di entrare in te, vederti come ti vedi, è permettere all’altro di vederti dall’interno, lasciare che scenda nell’essenza più intima del tuo essere. Nel mondo moderno sta scomparendo: perfino gli amanti non sono più intimi, e l’amicizia adesso è solo una parola vuota.
Il motivo è questo: non c’è nulla da condividere. E chi vuole mostrare la propria povertà interiore? Tutti vogliono fingere di essere ricchi, di essere realizzati, di essere saldi e forti, di sapere dove stanno andando. Nessuno è pronto, né ha il coraggio di aprirsi e mostrare il proprio caos interiore; nessuno vuole essere vulnerabile: l’altro potrebbe sfruttarti, è un timore fondato; l’altro potrebbe dominarti, vedendoti così confuso.
Vedendo che hai bisogno di un Maestro, potrebbe imporsi; ecco perché tutti cercano di proteggersi…il mondo si fonda sullo sfruttamento e sulla manipolazione.
Sappi dunque che l’amore è la metà: nel momento in cui la meta ti è chiara, inizi a sviluppare una ricchezza interiore. La ferita scompare e diventa un fiore di loto; quello è il miracolo dell’amore, la sua magia. L’amore è la più grande forza alchemica che esista al mondo: coloro che sanno come usarla possono raggiungere la vetta più elevata dell’essere. Coloro che non la sanno usare restano a strisciare nei recessi più bui dell’esistenza, non raggiungono mai le vette più assolate della vita. L’amore è la chiave di volta: da quest’istante inizia un pellegrinaggio d’amore.

lunedì 20 settembre 2010

L'Arte di Vivere




C’è una certa morbosità in questa pulsione a consumare sempre di più, ed esiste il pericolo che un individuo pervaso dal proprio bisogno di consumare non risolva il problema della propria passività, del proprio vuoto interiore, dell’ansia e della depressione che nascono dal non riuscire a dare senso alla propria vita.

L’antico testamento afferma che il peggior peccato degli ebrei è stato di vivere senza gioia nell’abbondanza. Io temo si possa affermare che anche oggi benché si vivano molte esperienze piacevoli e eccitanti si provi ben poca gioia in tutta quest’abbondanza.
Anche il concetto di felicità è legato al consumo, se volessimo affrontare  il tema da un punto di vista filosofico dovremmo risalire all’essenza e  alla psicologia dell’Illuminismo.
Se però oggi chiediamo a una persona che cosa alla fine la rende felice, la risposta sarà che la felicità è potersi permettere tutto quanto si desidera, questo è il concetto di felicità più popolare e probabilmente più diffuso tra gli uomini, che sul consumo si fonda non soltanto la libertà ma anche la felicità, e l’unico ostacolo su questa via è di non possedere denaro sufficiente per consumare tutto ciò che si vorrebbe consumare, ma consumare non rende felici anche se la maggior parte degli uomini ritengono che sarebbero più felici se il loro tenore di vita fosse più alto. 

Molte inchieste, ma anche un semplice sguardo intorno a noi ,dimostrano che così non è. L’uomo è felice quando mette in azione le proprie forze, quando sperimenta se stesso come persona attiva nel mondo.

di Mario Benedetti, scrittore uruguaiano (1920-2009)

giovedì 16 settembre 2010

Ebbene si,...lo ammetto .-)
















Ho avuto la fortuna di conoscere persone talmente belle, da stravolgere totalmente il mio concetto di bellezza. Vi dico Grazie per essere nella mia vita
Ed eccomi qua, a scrivervi e ringraziarvi. Ognuno di voi e tanti altri ancora, a suo modo mi ha lasciato senza parole. Inizialmente non capivo cos'era... A un certo punto i miei occhi hanno cominciato a emozionarsi...Voi siete il regalo più bello che potessi desiderare. Davvero.
E allora vi dico che sono felice e orgoglioso di avere incontrato degli Amici come voi... mi date le motivazioni giuste per continuare e cercare di fare sempre meglio, per potervi dire: "Ecco, questo è il mio nuovo lavoro per voi".
Grazie ancora. Conservo tutti voi, piccoli tesori miei, dentro il mio cuore
Un abbraccio immenso
Calzino

lunedì 13 settembre 2010

Il valore delle parole

L’importanza di dire le cose vere nel momento giusto (estratto da “Il potere delle parole” di Hal Urban)
    Le parole gentili costano poco ma rendono molto, possono addirittura cambiarci la vita.

“Le parole hanno il potere di distruggere o di risanare. Quando sono vere e gentili, possono cambiare il mondo” (Buddha)

Ciò che dite e il modo in cui lo dite, può davvero essere importante; spesso parliamo senza pensare e senza essere consapevoli dell’influsso che hanno le nostre parole. Eppure quell’influsso può essere straordinario tanto sugli altri quanto su noi stessi.
Abbiamo bisogno di accrescere la nostra consapevolezza del male che le nostre parole possono fare, e di essere stimolati a riflettere sul fatto che possiamo controllare la nostra lingua. Alcune parole, benché significhino poco sul momento per chi le dice, possono avere un effetto enorme; le parole che spesso diciamo sbadatamente, o lasciandoci trasportare dall’emotività, possono avere un influsso di lunga, lunghissima durata.
Oggi il linguaggio risente di una certa mancanza di educazione. E’ spesso crudo, rabbioso, scortese, in ogni ambiente sociale e in quasi tutte le fasce di età. Il miglior strumento di cui disponiamo per rendere una comunità più civile, virtuosa, corretta è il linguaggio; esso contiene migliaia di parole meravigliose, positive, che promuovono e valorizzano la vita.
Parole gentili dette con garbo, placano spesso un animo superbo; mentre spezzano sovente i vincoli d’amore parole sgarbate, dette con rancore
  

§         “Pietre e bastoni possono spezzarmi le ossa, ma le parole possono spezzarmi il cuore”.


§         Certe parole provocano profonde ferite e spesso lasciano cicatrici che richiedono molto tempo per guarire.

§         Una volta detta una cosa, non potete più rimangiarvela. E le parole che per essere pronunciate richiedono un secondo possono causare un dolore che dura per anni.

§         Le due frasi che più hanno il potere di risanare un rapporto in crisi sono anche le due che ci riesce più difficile dire: “avevo torto”, “Mi dispiace”.

§         “La vera arte della conversazione non sta soltanto nel dire la cosa giusta al momento giusto, ma, ancor più difficile, nel trattenersi dal dire la cosa sbagliata quando si è tentati di farlo”.

§         Non ci rendiamo conto di quanto spesso ci lamentiamo; più abbiamo e più la vita è facile, più ci lamentiamo. Non compiangersi, non disperarsi, non diventare cattivi, acidi .. focalizzarsi sulle cose che funzionano nella vita ed esserne grati.

§         Noi siamo ciò che siamo per via di ciò che ci entra in  mente.

§         Nella quiete del primo mattino con una tazza di caffè fumante, qualcosa di incoraggiante da leggere ha un effetto positivo per il resto della giornata.

§         Fare in modo che i cuori da cui le nostre parole escono abbiano in sé qualcosa di buono.

§         L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae volta fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore (luca 6,45).

§         Ogni volta che apriamo bocca riveliamo qualcosa di noi stessi.

§         Le nostre parole sono il riflesso di quanto sta accadendo dentro di noi … esaminando il nostro linguaggio riusciamo a conoscerci meglio.

§         Anche quando cerchiamo di nascondere  i nostri sentimenti le nostre parole rivelano ciò che è riposto in noi.

§         “Il bene più lo si diffonde, più cresce rigoglioso”

§         Rispettate il potere delle parole, sceglietele con cura (antico detto cinese)

§         “La nostra vita è determinata dalle scelte, non dal caso”. Una delle scelte importanti riguarda il modo in cui trattiamo gli altri: “Possiamo avvilirli o rincuorarli. Possiamo essere egoisti e irrispettosi o generosi, gentili e disponibili” e facciamo queste cose principalmente attraverso il linguaggio.

§         Rendersi conto dell’influsso che la nostra scelta delle parole può avere sugli altri: * alcune parole entrano nel nostro corpo e ci fanno sentire bene, pieni di speranza, felici, pieni di energia, entusiasti e scherzosi e allegri. * oppure possono abbatterci, entrano nel nostro corpo e ci fanno sentire tristi, amareggiati, depressi e alla fine ci fanno ammalare  -  rendersi conto del potere di cui dispongono le parole se solo sono scelte saggiamente.

§     Come salutiamo il nostro prossimo è una scelta: i buoni saluti creano rapporti migliori, maggior energia, maggior divertimento.

§         “non è tanto ciò che dici, quanto come lo dici. Non è tanto il linguaggio che usi, quanto il tono in cui lo porgi”.

§         Il tono della nostra voce può essere altrettanto e, talvolta, anche più importante delle parole che usiamo.

§         I nostri corpi parlano … sorrisi e gesti amichevoli sono l’accompagnamento ideale di parole gentili.

§         “Se vuoi avvicinarti a chi ti sta intorno, sii consapevole del potere della comunicazione, che è in mano tua”.

§         Un tocco gentile o un abbraccio caloroso, offerti nel contesto opportuno, possono essere un modo estremamente valido per rafforzare le nostre parole.

§         Talvolta, tacere è la decisione più saggia.

§         Sviluppare l’abitudine di pensare prima di parlare (scegliere con maggior attenzione le parole) è il primo passo verso una migliore capacità verbale.

§         “voi potete facilmente accrescere la somma totale della felicità di questo mondo. Come? Elargendo qualche parola di sincero apprezzamento a qualcuno che è solo e scoraggiato. Voi forse domani avrete già dimenticato le parole gentili dette oggi, ma chi le riceverà le terrà care per tutta la vita”.

§         “Il miglior uso che ciascuno di noi può fare di ogni giorno è gioirne, e poi estendere ad altri la propria gioia. Celebriamo l’oggi”.

§         Ci sono tante buone cose da dire: tutto ciò che dobbiamo fare è guardarci intorno.

§         Cercate il bene, negli altri e in ogni situazione.

§         Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri (lettera ai filippesi 4,8).

§         Cercate il bene anziché il male, il giusto anziché l’iniquo, la bellezza anziché la bruttura, la gioia anziché il dolore. Fatelo, e avrete sempre qualcosa di buono da dire.

§         Ogni parola che diciamo è un’opportunità di mutare il male in bene.

§         Sono convinto che il mondo sarebbe un posto migliore e più felice, se imparassimo a parlare più di ciò che funziona che di ciò che non va. Abbiamo così tanto da celebrare!

§         Anziché focalizzarsi sugli errori, porre l’accento su ciò che ha fatto o che avrebbe potuto fare.

§         Quando facciamo bene qualcosa, e questo ci viene riconosciuto, siamo stimolati a fare ancora meglio in futuro: un elogio sincero fa emergere il meglio che c’è in noi.

§         Se lo vogliamo, possiamo cambiare le nostre abitudini e i nostri schemi di linguaggio: riconoscere il problema è il primo passo per risolverlo.

§         Le nostre parole scaturiscono da ciò che immagazziniamo nella nostra mente.

§         Le parole buone che entrano in noi all’inizio della giornata possono avere un effetto positivo sul modo in cui parliamo per il resto della giornata.

§         “Il bisogno più profondo della natura umana è il desiderio di sentirsi importanti”: troppe persone hanno la sensazione di non contare, di non essere importanti.

§         Non c’è nulla di più importante di un incoraggiamento.

§         “ciascuno di noi attraversa momenti in cui si trova a un bivio e non sa che direzione prendere. Poi arriva qualcuno che ci dice le parole giuste che ci fanno decidere”. Queste parole ci restano impresse e restano con noi per il resto della nostra vita.

§         Guardatevi intorno. Troverete tante persone che arricchiscono la vostra qualità di vita. Diteglielo. La maggior parte di loro ha bisogno di sentirselo dire, di tanto in tanto. Farete sentire bene due persone: l’altra e voi stessi.